Edoardo
Vianello (cantante) Roma 1999
Intervista di Gianfranco Gramola
Guarda
come dondolo...
Edoardo nasce a Roma il 24 giugno del 1938. L’esordio
nella musica leggera avviene
nel '58, come autore di una canzone interpretata da Teddy Reno. Ed è proprio il
marito di Rita Pavone a presentargli Carlo Rossi, un impiegato statale, che
diviene il suo paroliere. Insieme scriveranno una serie incredibile di successi.
Nel '59 durante uno spettacolo viene notato da un funzionario della RAI. E qui
comincia alla grande la carriera musicale di Edoardo Vianello, che dal '62 in
poi sforna,con l'amico Carlo Rossi, canzoni come Pinne,fucile e occhiali -Guarda
come dondolo -Abbronzatissima -I Watussi -Il peperone -Sul cocuzzolo, ecc... Nel
'71, assieme alla moglie Wilma Goich (sposata nel '67) crea il famoso duo I
Vianel1a, regalando così ai numerosi fans,delle meravigliose canzoni
romanesche come Semo gente de borgata - Roma mia - Lella - Io te vojo bene - La
festa de Cristo Re e tante altre melodie. Con la separazione dei coniugi
Vianella, avvenuta nel '78, sparisce un altro pezzo di folclore romano, un altro
pezzetto di Roma. Edoardo Vianello continua da solo l'attività canora con delle
serate (circa 150 esibizioni all'anno) e nell'estate del '92 incide con i
Pandemonium un bellissimo disco dal titolo "Siamo rovinati", dieci
canzoni tutte molto ritmate e molto belle.
Intervista
Edoardo, in quale quartiere sei nato?
Sono nato nel quartiere denominato Appio Claudio, ma più facilmente
identificabile in San Giovanni, per la vicinanza della celebre basilica. Lì ho
vissuto i primi 24 anni della mia vita, ma ora non lo frequento più da quando
mi sono trasferito nella zona in cui ancora oggi vivo, cioè nel quartiere Delle
Vittorie, in una traversa di via Teulada.
Com’è cambiata da allora quella zona di Roma?
Raramente transito per San Giovanni, che pur essendo un quartiere centrale è
lontano dal mi campo d'azione, ma ho potuto constatare, in quelle rare volte che
ci sono passato, che è rimasto urbanisticamente intatto, perché già allora
era sviluppato e non ha subito cambiamenti radicali.
Com'era la Roma della tua gioventù?
Era più allegra, più spensierata. Si scoprivano le prime gioie del benessere e
non ancora le sue deviazioni. Per noi ragazzi il massimo segreto desiderio era
quello di avere una "Vespa", ma già andava bene, come per me,
possedere una bicicletta.
In quale Roma del passato ti sarebbe piaciuto vivere?
Mi sarebbe piaciuto vivere 2750 anni fa, quando cioè stava per essere fondata
Roma e sarei voluto essere Romolo, perché la mia grande gioia è sempre quella
di essere il primo a fare qualcosa. E aver fondato Roma sarebbe potuta essere
una grande soddisfazione!
Cosa provi nel tornare a Roma dopo una lunga assenza?
Trovo sempre un'emozione incontenibile e se anche la periferia di Roma è tanto
brutta, come lo sono le periferie di tutte le grandi città, appena comincio a
rivedere i colori arancioni dei vecchi palazzi di Roma, sento nel centro dello
"stomaco" un senso di piacere e di ottimismo.
Ma secondo te. Roma è o era la città più bella del mondo?
E' senza dubbio ancora la città più bella del mondo, anche se ha perso
l'occasione più volte di poterlo diventare ancora di più. Manca n gusto
dell'arredo urbano, la volontà di far risplendere le bellissime ville di cui
Roma è ricca, la capacità di esaltare la bellezza dei monumenti.
Cosa significa per te “essere romano”?
Essere romano per me significa essere orgoglioso di appartenere alla città che
ha dato n via alla cultura e alla storia del mondo moderno.
Come sarà, secondo te, la Roma del futuro?
Meno vivibile di oggi se non si interviene sul degrado ambientale, sul traffico
insopportabile,sulla creazione di una nuova Roma in periferia che ripeta il
gusto antico delle piazze-salotto, se non si porta anche in quelle zone una
buona cultura architettonica.
Una cosa che ti rattrista di Roma e una che ti rallegra?
La cosa che mi rattrista di più è la negligenza politica di non voler
risolvere il nostro più grande problema: il traffico. Roma, libera nelle sue
piazze e nelle sue strade di quelle migliaia di automobili, che non hanno che la
minima possibilità di trovare parcheggio in garage o in aree attrezzate,
potrebbe essere una città fantastica. La cosa che mi rallegra di più è quella
di riuscire ancora a trovare degli spazi suggestivi rimasti intatti nonostante
che l'uomo, in ogni tempo, abbia fatto del tutto per rovinare le cose.
Il tuo rapporto con la cucina romana?
Discreto. Non amo la cucina forte del romano autentico, con piatti come i
rigatoni co' la pajata o la coda alla vaccinara, mentre apprezzo le paste alla
carbonara o alla matriciana e l'abbacchio al forno, anche se riconosco che sono
piatti da mangiare una volta ogni tanto. In linea di massimo però la considero
una cucina un po' "pasticciona".
In quale zona di Roma ami passeggiare?
Le mie passeggiate a piedi di solito preferisco farle nelle belle ville che ci
sono a Roma, in modo particolare Villa Celimontana, che è stata sempre la mia
villa preferita, perché la considero più salutare.
Pregi e difetti del romano?
Il difetto di non essere più autentico, il pregio di continuare ad amare la
propria città, nonostante tutto.
Secondo te, di chi è la colpa del degrado di Roma?
Del cattivo gusto di chi la governa, della disattenzione sui veri problemi a
vantaggio degli interessi politici personali e sulla difficoltà di rimettere in
piedi una situazione ormai compromessa.
Hai un messaggio da lanciare ai romani e ai turisti?
Raccomandare sia agli uni che agli altri di amarla e rispettarla e fare
pressione su tutti perché si affrontino e si risolvano i suoi grandi problemi,
affinché Roma possa tornare grande come lo è stata in diversi momenti della
sua storia.
Qual è stata la tua più grande soddisfazione nel campo artistico?
Essere riuscito a creare dalle canzoni che il pubblico, da quarant'anni.
conserva sempre nel cuore e nella memoria.
E delusione?
Non essere riuscito ad impormi come personaggio alla pari delle mie canzoni.
La cosa più cattiva che hanno detto o scritto su di te?
Ignoro le cattiverie che possano dire o scrivere su di me Per me conta essere
sempre corretto nei miei comportamenti. Non posso controllare i giudizi e i
pregiudizi degli altri.
Com’è avvenuto il tuo accostamento verso il mondo della musica?
Suonando una fisarmonica che era l'unico strumento che ci fosse in casa mia.
Suonando ho scoperto che il mio interesse era più per la creazione dì musiche
nuove che il desiderio di suonare musiche già esistenti Le due cose insieme mi
hanno permesso dì scrivere un tipo di musica che non avesse influenze esterne,
quindi al dì fuori delle mode e perciò sempre attuali.
Ma i tuoi genitori che futuro sognavano per te?
I miei genitori si preoccupavano solo che io prima dì affrontare qualsiasi
esperienza dì lavoro avessi una minima base culturale, per mio padre essenziale. Poi, aldilà delle difficoltà che avrei certamente incontrato per inserirmi
nel campo artistico, erano abbastanza fiduciosi, conoscendo la mia tenacia e il
mio impegno.
Hai mai avuto momenti difficili nella tua carriera?
Ne ho avuto tanti, ma il peggiore è stato quello tra il '67 e il '71 , quando
le mie canzoni, considerate troppo frivole e spensierate, negli anni della
contestazione, erano al bando. Dovetti quasi abbandonare la mia carriera, che
solo dopo l'idea di creare i Vianella, potei riprendere, seppure con grandi
difficoltà.
Quando non lavori, quali sono i tuoi passatempi?
La mia professione è anche il mio hobby preferito , con tutte le sue
sfaccettature, dall'organizzazione del mio lavoro che faccio con precisione
maniacale, ai rapporti con impresari, organizzatori, produttori e quanti altri,
ma ho un grande amore per la casa. Mi piace cucinare, mi piace molto stare al
computer, adesso ho anche un sito tutto mio, sono appassionato dì statistica e
mi piace mettere sotto dati statistici tutte le mie cose, soprattutto quelle
legate alla mia professione. Amo una piccola casa al mare che ho in Sardegna,
con un terrazzo a picco su un baia e il mio gozzo "guarda come dondolo" con il
quale dondolo sulle poco tranquille acque della Gallura. Mi piace il cinema ed
ho un sistema home theatre che mi fa apprezzare ancora di più il piacere di
stare in casa.
La popolarità crea più vantaggi o svantaggi?
Più vantaggi, cercando però di non approfittarne perché preferisco essere
rispettato più come persona che come personaggio. I disagi, che riguardano
soltanto la mia privacy, sono minimi.
Che rapporto hai con la Fede?
Un buon rapporto. Sono credente, ma considero la Fede un fatto prettamente
personale.
E con il denaro?
Buono anche con il denaro. Non l' ho mai considerato un fatto primario. Ho
convissuto, nei momenti difficili della mia carriera, con grandi incertezze
economiche, ma con grande serenità. Comunque è meglio averlo nella giusta
misura.
A chi vorresti dire:”Grazie”?
A Mina, all’inizio della mia carriera, e a Frida, la mia compagna.
Progetti?
Vivere.